Fiore e la Fata Flora salvano il Natale
Una fiaba di Sophia Crotti
Cari bambini e care bambine, forse voi non ricorderete la storia della Fata Flora, che nel lontano 1176, aiutò Alberto a sconfiggere il tremendo Federico Barbarossa, ma è bene che leggiate questa favola, che ha molto da insegnarvi.
Era il 20 di dicembre di qualche anno fa, le strade erano illuminate dalle lucine di Natale, i balconi colorati, gli addobbi natalizi ormai in ogni casa, e un grande albero si ergeva decorato di fiocchi rossi e oro al centro della città. Fiorella, che tutti gli amici chiamavo Fiore, usciva da scuola felice, erano iniziate le vacanze di Natale, certo le maestre non avevano tardato a riempirla di compiti, ma finalmente poteva passare un po’ di tempo con la sua mamma e il suo papà. Non potete immaginare la sua gioia quando tornata a casa il papà le aveva annunciato che l’indomani ci sarebbe stata la prima grande nevicata dell’anno, decise di preparare il suo berretto da neve, la sciarpa di lana che le aveva intessuto la nonna e i guanti morbidi e caldi, lasciando il tutto sulla sedia in camera sua, per il mattino seguente. Fece fatica ad addormentarsi la piccola Fiore, il suo cuore era pieno di ansia, gioia, di lì a poco sarebbe arrivato Babbo Natale, e la neve avrebbe sicuramente permesso alla sua slitta di scivolare rapidamente, e alle renne di sentirsi più a casa.
L’indomani si svegliò, nessun rumore nella casa, così pensò di essersi svegliata troppo presto, la frenesia non la teneva nella pelle, “Papà, mamma, la neve!” ma nessuna risposta tornò a lei, così decise di alzare la tapparella della sua camera, una coltre grigiastra ricopriva le strade, sembrava soffice come neve, ma non lo era. Le luci della città si erano spente, e con esse tutti i colori, qualche adulto era in coda dal panettiere davanti casa, eppure tutti i volti erano tristi “Come si fa ad essere tristi quando sta per arrivare il Natale?” si chiedeva la piccola Fiore.
Mamma e papà non erano in casa, ma che fine avevano fatto? Non l’avevano mai lasciata sola prima!
Fece colazione in fretta, decise arrabbiata per la promessa non mantenuta dai suoi genitori di scendere per la strada, se nessuno avrebbe giocato a palle di neve con lei, lo avrebbe fatto da sola. Le strade erano silenziose, nessuna macchina, poche persone molto tristi per le strade. Ad un tratto si accorse che le decorazioni che fino al giorno prima sventolavano per la città non c’erano più, si erano tutti dimenticati del Natale o lei aveva dormito così a lungo da averlo superato?
Fiore era disperata, il suo periodo preferito dell’anno era stato rovinato, continuò a vagare tristemente per la città, mentre grossi lacrimoni le bagnavano le guance.
Quando ormai pensava che nulla avrebbe salvato il Natale sentì improvvisamente un forte vociare, proveniva da una grossa cascina in fondo a via Ciro Menotti, spesso aveva visto persone entrare ed uscire, anche la sua mamma e il suo papà avevano frequentato quel luogo eppure lei non ci era mai entrata, si fece coraggio, il Natale andava salvato! All’ingresso una donna bellissima, dai capelli lunghi e blu e con una veste rosso fuoco, merlata d’oro l’accolse sorridendo.
– Che c’è piccola Fiore, perché piangi? Non vedi che qui sono tutti contenti? –
– Come sai il mio nome- rispose Fiore – E chi sei tu? –
– Sono la fata Flora, mi sono fatta viva l’ultima volta tanti anni fa, quando la città era in pericolo e una dura battaglia si tenne proprio qua fuori, nel campo che puoi vedere, ma oggi sono tornata, il Natale deve essere salvato! Come so il tuo nome? Me lo ha detto Babbo Natale, noi siamo amici e sei stata scelta per aiutarlo a riportare colore a Legnano-
-Cosa posso fare io Fata Flora?- chiese ancora piangendo Fiore
– Cara Fiore gli adulti, ormai vanno troppo di fretta, sono distratti, non sanno cogliere la bellezza e i colori del Natale, così ogni cosa si è spenta. Per non parlare dei bambini, vogliono i giocattoli più belli, fanno i capricci, non sono mai davvero felici. Serve che tu salvi il Natale, riportando il colore, vedrai che questa coltre grigia si scioglierà, e la città tornerà colorata come a Maggio. –
La fata fece entrare Fiore nel maniero della contrada la Flora, la sua casa, qui uomini, donne e bambini, lavoravano per ricamare abiti antichi, addobbare il maniero per Natale, affilare le armi per la sfilata, Fiore ne rimase estasiata, e tutto quel colore, quella gioia desiderò con tutto il cuore di portarli nel resto della città. La fata Flora le spiegò che per recuperare i colori del Natale, avrebbe dovuto aggirarsi per tutte le contrade della città, ognuno le avrebbe dato i colori di cui il Natale aveva bisogno, lei le diede una lucina rossa, così come fece anche San Bernardino, con un bigliettino “il rosso è la passione di chi fa ogni cosa con amore”, a Sant’Ambrogio e Legnarello ottenne il giallo “è il colore di chi entra in un ambiente e sa fare luce”, a Sant’Erasmo ottenne l’azzurro “dei cieli più tersi, che resistono alle intemperie”, a San Martino il blu “delle notti più buie che aspettano il sereno”, a San Magno il bianco “di chi ha un’anima pura”, a San Domenico il verde “la speranza di un mondo migliore”. Carica di tutte queste lucine colorate Fiore si recò in centro e illuminò il grande albero che era stato posto in centro alla città, improvvisamente tutto riprese colore, la città ricominciò a rumoreggiare, le luci si riaccesero e dal cielo scese una neve bianca e soffice.
Fiore era felicissima, corse in maniero per ringraziare la fata Flora, ma lei non c’era più, allora colse due fiori blu, che crescevano davanti al Cascinone e scrisse un bigliettino :“Cara fata Flora, grazie per averci ridato il Natale, ti lascio due fiori, così non ti scorderai mai di me. Tua Fiore”.
Fiore tornò a casa, lì l’aspettavano parenti ed amici per festeggiare Natale tutti insieme, finito il pranzo suo papà le consegnò un pacchetto, che aveva trovato fuori casa, sopra un bigliettino:
“Cara Fiore, mi hai ringraziato per aver salvato il Natale e invece lo hai fatto tu, hai imparato una lezione importante, le 8 contrade sono il cuore pulsante della città e anche se a Maggio sono nemiche, è solo collaborando che possono fare grande la storia di Legnano. Non mi dimenticherò mai di te, nessuno si dimenticherà, per questo ho deciso che sul foulard di contrada, che è nel pacchetto che hai tra le tue mani per sempre ci saranno due fiori blu, come quelli che mi hai regalato. Indossa con fierezza il foulard e onoralo sempre, anche se sei piccola, farai grande il nome della nostra contrada. Con affetto Fata Flora”.
Fiore si commosse e da lì in avanti ogni Maggio indossò il foulard, non vide mai più la Fata Flora, ma a volte le sembra di sentirla, accarezzarle il volto, quando al Palio tifa per i suoi colori, nel vento profumato dell’ultima domenica di Maggio.